La nomina di Kahlun I giovani volgano lo sguardo verso i problemi concreti Vito Kahlun nasce a Roma il 7 dicembre del 1983. Entra nel Pri nel marzo del 2008, anno in cui si candida alla carica di consigliere comunale della città di Roma. Il Partito non raggiunge il quorum necessario ma Kahlun risulta il più votato delle liste repubblicane. Nello stesso anno viene eletto consultore della Comunità ebraica di Roma con un altissimo numero di preferenze. Conseguita la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, presso l’Università "La Sapienza" di Roma, nel periodo 2004-2007 con tesi sperimentale in Statistica, si iscrive al corso specialistico in Relazioni Internazionali che sta attualmente portando a termine. Il 22 maggio 2009 gli viene affidato dal Segretario On. Nucara l’incarico di responsabile delle politiche giovanili del Pri. di Vito Kahlun Care Amiche e Cari Amici Repubblicani, milito nel Pri da circa un anno e mi ha colto di sorpresa la nomina a responsabile delle politiche giovanili da parte dal Segretario On. Francesco Nucara. Naturalmente gli sono grato di questa fiducia che cercherò di confermare giorno dopo giorno. Dovendo però essere sincero, la fiducia che sento di non poter deludere è quella di chi si aspetta un cambiamento. Ho ricevuto moltissimi messaggi pubblici e privati su facebook, e - mail, sms e chiamate di persone, ragazze e ragazzi, che si congratulavano per il nuovo incarico. Nel farmi gli auguri la maggior parte di queste persone mi ha fatto presente una serie di aspettative ed auspici che sento il dovere di rendere concreti. Altrettanto mi hanno colpito la franchezza e la lealtà di alcuni amici romagnoli che pur non conoscendomi e pur avendo delle incertezze sulla scelta fatta dal Segretario, mi hanno da subito invitato a recarmi nel loro territorio. Naturalmente accetto con entusiasmo, e resto in attesa di un invito per incontrare i giovani repubblicani in Emilia Romagna, o dovunque essi siano in Italia. Ci tengo a chiarire da subito un fatto evidente. Io non sono il nuovo segretario nazionale della FGR. L’incarico che ricopro è diverso nelle funzioni e nelle finalità. E´ altrettanto chiaro che senza il sostegno e la collaborazione della FGR sarà per me difficile esercitare un’attività politica effettivamente rappresentativa del nostro partito. Troppo spesso negli ultimi anni partiti, movimenti giovanili ed universitari hanno rivolto le loro energie, proteste e risorse nei confronti del Governo perdendo di vista tutta una serie di problematiche concrete che non hanno trovato rappresentanza. Chi frequenta le Università sa benissimo che nel corso di questi anni sono diminuite le sessioni di esami e di laurea, e sa benissimo che le battaglie che si sono fatte marciando per strada sono per lo più battaglie dei docenti. Con questo non voglio dire che i problemi trattati non fossero degni di attenzione, voglio piuttosto sottolineare il fatto che manca il contatto con una realtà giovanile che necessità di risposte immediate a problemi attuali. Probabilmente il "berlusconcentrismo" ha portato tutti noi ad utilizzare delle categorie di pensiero e di dialettica politica estremamente semplificatorie, dando vita ad un progressivo allontanamento di molti ragazzi e ragazze dovuto al disinteresse per quelle che sono sempre le solite, inutili discussioni. Io stesso sono stufo di questa inconsistenza dell’azione politica! E’ come se fossimo tutti in una sorta di stanzino a gridare le stesse cose, quando l’intera casa mette a disposizione dei terrazzi per affermare idee ben più importanti. Queste persone a cui dobbiamo rivolgere la nostra attenzione hanno bisogno di una rappresentanza nei problemi più tangibili con i quali hanno a che fare quotidianamente. Partendo dal bagno di scuola guasto, passando per l’assistenza a chi, terminata la scuola ha iniziato a lavorare, fino ad arrivare al professore che impone agli studenti un libro che, come unico beneficio, produce un utile nelle tasche del professore stesso. Quello che dovremmo fare se davvero vogliamo fare la differenza è trovare il coraggio di far sentire una voce unanime su cose concrete. Dobbiamo essere un buon esempio di come si fa politica, dobbiamo essere buoni cittadini, ricordandoci che ognuno di noi è nell’esercizio di ogni sua singola azione operaio ed ambasciatore del partito. Mi rendo conto di quanto questo tipo di rappresentanza sia dura da esercitare. E’ infatti facile prendersela con le autorità con cui non possiamo interagire direttamente, mentre è un pochino più complicato protestare contro chi ci è più vicino. Ci vuole coraggio per andare a rompere le scatole al proprio preside piuttosto che al datore di lavoro o chicchessia. Questo discorso naturalmente si estende a tutti i campi in cui noi tutti espletiamo le nostre attività. Tutta la classe politica, nessuno escluso, ha lasciato un vuoto valoriale e di azione che nessuno sembra interessato a colmare. Personalmente ho voglia di seminare questo campo fertile. Sto vedendo che la differenza la fanno quelle che erroneamente definiamo "le piccole cose". Sto vedendo che la rabbia giovanile derivante dal vuoto lasciato dalla politica, se ascoltata, può trasformarsi in fiducia ed azione. Sto vedendo che se ci si occupa dei problemi che i giovani vivono, più che di generiche lotte di principio, si può fare la differenza. Questo è quindi quello che mi piacerebbe fare: partecipare, insieme a tutti quelli che lo vorranno, ad un’azione politica condivisa e concreta. Concludo augurandomi che, più che su questioni teoriche, ci si possa da subito attivare su problemi pratici, mettendo da parte quelle discussioni che sono semplicemente fine a se stesse, coordinando un’azione politica che ci permetta di raggiungere obiettivi realistici. Vito Kahlun - vitokahlun@gmail.com |